Ai miei tempi molte cose erano diverse. L'età era importante e contava ancora il rispetto per se e per gli altri. Nelle foto c'era ancora un pizzico di orgoglio e gli amici erano quelli che ti facevano copiare gli appunti quando stavi male e non eri andato a scuola.
Il new era si chiamava semplicemente cappello e a Latina lo portavamo in tre. La matematica aveva solo numeri e la fisica rimaneva in palestra. Tutti sognavamo di fare gli archeologi o gli astronauti e il calcio era ancora vero. Credevamo in tutto, persino che nel wrestling ci si picchiasse sul serio e che andare bene a scuola ci avrebbe dato un lavoro sicuro.
"Incubi in HD: viviamo da demoni o da eroi, sono cazzi quando siamo entrambi." L'AMORE TI FOTTE
domenica 30 giugno 2013
After.
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mercoledì 26 giugno 2013
IronMan
Death.
"Non fare la stronza" mi dicevano, tutti. Ma nessuno si è mai chiesto perché la facessi? Non ero sempre stronza, sono in alcuni periodi, ma nessuno si è mai chiesto il perché.
Gli altri potevano essere stronzi, usarmi e buttarmi come si fa con uno straccio vecchio ma era sempre e comunque giustificati ad esserlo. E io dovevo rimanere una ragazza solare che non doveva far soffrire mai nessuno; e per un po' lo sono stata. Ero convinta di essere io la virgola sbagliata in quel fiume di parole, quando mi trattavano male l'unica cosa che mi riusciva di fare era sedermi in bagno e piangere e pensare a cosa cazzo avessi sbagliato, e sapete a cosa arrivavo ogni volta? Non mi trovavo una risposta, così ho iniziato a cambiare tutto: amicizie, taglio di capelli, sport, classe, modo di vestire e atteggiamento.
Gli altri potevano essere stronzi, usarmi e buttarmi come si fa con uno straccio vecchio ma era sempre e comunque giustificati ad esserlo. E io dovevo rimanere una ragazza solare che non doveva far soffrire mai nessuno; e per un po' lo sono stata. Ero convinta di essere io la virgola sbagliata in quel fiume di parole, quando mi trattavano male l'unica cosa che mi riusciva di fare era sedermi in bagno e piangere e pensare a cosa cazzo avessi sbagliato, e sapete a cosa arrivavo ogni volta? Non mi trovavo una risposta, così ho iniziato a cambiare tutto: amicizie, taglio di capelli, sport, classe, modo di vestire e atteggiamento.
La forza nelle braccia.
Sono gelosa. Lo ammetto. Sono fottutamente gelosa perché quello che è mio non si tocca.
E' come il cristallo con più valore al mondo, nessuno può toccarlo,basta un sospiro troppo pesante per sporcarlo e rovinarlo, e io non voglio che accada con le persone che amo. Chiunque potrebbe avvicinarsi troppo e spezzare loro il cuore, non posso permetterlo.
Le persone che amo, che sono sia tantissime che pochissime, hanno in loro un pezzo di me. Chi un pezzo della mia anima, chi un pezzo del mio cuore, e se ferissero loro, ferirebbero anche me. Non riesco a controllarmi, amo le persone, le adoro; mi faccio assuefare dalle loro parole, dalle loro vite, così da rimane loro legata a vita. E quando questo filo si spezza, veramente mi sento squarciare il due. E' come se un coltello seghettato e molto affilato mi tagliasse a freddo un braccio, un qualcosa del mio corpo senza del quale vivrei male, senza il quale sarei diversa e per il quale starei male.
Ecco, ogni volta che perdo una persona cara, perdo un braccio.
E COME LI DO GLI ABBRACCI, SENZA UN BRACCIO!
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martedì 25 giugno 2013
Everyone.
Inizio con questa domanda che qualche anonimo mi ha fatto su ask.fm. Mi ha fatto pensare questa cosa. Possibile che è davvero da quando ho 4 anni che mi faccio le peggiori paranoie? Non ho mai vissuto la mi innocenza di bambina o almeno non l'ho mai assaporata del tutto.
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domenica 23 giugno 2013
Forza e Coraggio.
Non credo che la gente possa diventare buona da un giorno all'altro senza motivo. Ma neanche l'opposto. Se una persona finisce a essere cattiva senza un motivo valido vuol dire che dentro di se aveva sempre avuto quell'oscurità.
Io sono cattiva, o almeno sono diventata così. La gente mi ha cambiato, la società e il suo modo di scrutarti l'anima e di fermarsi alle apparenze mi ha mutato. Ogni sorriso ora è un'incertezza, non so neanche io quando sto veramente bene e sorrido o quando sto male ma sorrido a forza per non avere domande. E questo ci taglia fuori da tante cose, come sfogarsi in un pianto liberatorio quando si è soli in un prato, quando l'unica cosa che si sente è il singhiozzo soffocato da anni di preclusione mentale e di stereotipi: "SE PIANGI SEI DEBOLE".
Io sono cattiva, o almeno sono diventata così. La gente mi ha cambiato, la società e il suo modo di scrutarti l'anima e di fermarsi alle apparenze mi ha mutato. Ogni sorriso ora è un'incertezza, non so neanche io quando sto veramente bene e sorrido o quando sto male ma sorrido a forza per non avere domande. E questo ci taglia fuori da tante cose, come sfogarsi in un pianto liberatorio quando si è soli in un prato, quando l'unica cosa che si sente è il singhiozzo soffocato da anni di preclusione mentale e di stereotipi: "SE PIANGI SEI DEBOLE".
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sabato 22 giugno 2013
L'ove♥
Per come lo abbiamo affrontato, per come siamo ora e per come riusciamo a essere noi stessi cambiando le nostre paure, ma soprattutto per quello che abbiamo mantenuto dopo tutto, Per come rimaniamo attaccati adesso, e per quello che facciamo adesso e per come ti odio e ti amo allo stesso tempo.
Questo è affetto, ti voglio bene, amico mio.
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venerdì 21 giugno 2013
Imagine.
Siamo donne∞
Film mentali.
Ma la notte, al buio, da soli, siamo spacciati. Il silenzio è nostro nemico. Ti metti sul letto, respiri profondamente e strizzi gli occhi in modo da non rivivere quelle scene che ogni sera ti rivengono alla mente, è un incubo, ma da svegli. Perché non è il sonno che ci preoccupa, ma il difficile sta nell'addormentarsi. Quando tutti i pensieri della giornata giocano a rincorrersi nella nostra testa, per finire tutti stipati nella nostra memoria a lungo termine.
Così schiacci la faccia sul cuscino per fermare almeno il rumore del dolore e per evitare che qualcuno ti veda le lacrime. Passi la notte insonne e se riesci a prendere sonno la mattina dopo ti svegli con l'umore a terra, e con in faccia sia il segno del bottone sia quello della delusione.
Sprechiamo sorrisi e affetto verso le persone sbagliate, mentre loro fingono di amarci e di rimanerci accanto, quando invece promettono lo stesso a qualcuno dietro di noi. E' questo che non si sopporta, tradire. Tradire una persona, tradire la fiducia, tradire se stessi; e mi capita molte volte quando mi prometto di non pensare più ai miei sbagli e di non versare mai più neanche una lacrima di sofferenza.
Non puoi pentirti di quello che hai fatto se in quei momenti eri felice. Puoi rimpiangere quelle sensazioni che vivevi, puoi rimpiangere come ti faceva stare, ma non puoi rimpiangere né lui né il fatto di non aver mai iniziato quel gioco. Lo chiamo gioco per non era altro, era una scena teatrale interpretata alla perfezione, dove però io ero la comparsa che non era stata informata dell'inizio delle riprese. Era tutta improvvisazione da parte mia, mentre tu avevi un bel copione sotto mano da quale recitavi le tue penose battute che io amavo.
Che sia stato una sceneggiatura a basso budget o una scenetta da strada il finale non cambia, la fregatura guarda dall'altro noi poveri protagonisti mentre periamo sotto il suo peso. Ero uno libro aperto senza una rilegatura e perdevo pagine della mia vita più mi avvicinavo alla fine.
LA MIA VITA E' IL MIO LIBRO PREFERITO, PECCATO CHE NON LO POSSA MAI RILEGGERE
A un mese dal primo post♥
Poi ti chiedi se hai qualcosa di sbagliato.
giovedì 20 giugno 2013
Scusate, oggi è una bella giornata e scrivo un post pieno d'amore e senza un titolo figo.
Cari uomini,
vi credete furbi a trattarci male? A fingere di amarci, di rispettarci, di voler aspettare i nostri tempi e che nulla al mondo è più bello del nostro sorriso? E allora com'è che poi ci fregate? "Succhia succhia, tanto quando vengo te lo dico", ci prendete per fesse?
In verità lo siamo, lo siamo sempre. Siamo talmente stupide da innamorarci, di voi. Essere dotati di due cervelli, con troppo poco sangue per usarli entrambi. Siete meschini e stupidi, lo stereotipo del cavernicolo vi calza a pennello, siete capaci di prendere una decisione e tornare indietro anche solo un giorno. Sapete farci ridere, anche prenderci per il culo e farci piangere.
Uomini, noi saremo rompipalle, ma voi siete proprio spezzacuori. E' vero, anche noi donne siamo cattive dentro e siamo brave a far soffrire la gente, ma sono di parte e attacco il vostro pene. Uomini, siete perfetti nei vostri errori, riuscite a farci innamorare quasi quanto la nutella. Ci viziate, con i baci e le carezze, il vostro "sei bellissima", e i vostri finti "Ti amo" sono banali ma conquistano. E' per questo che quando ve ne andate, ci portate via un pezzo di noi stesse.
vi credete furbi a trattarci male? A fingere di amarci, di rispettarci, di voler aspettare i nostri tempi e che nulla al mondo è più bello del nostro sorriso? E allora com'è che poi ci fregate? "Succhia succhia, tanto quando vengo te lo dico", ci prendete per fesse?
In verità lo siamo, lo siamo sempre. Siamo talmente stupide da innamorarci, di voi. Essere dotati di due cervelli, con troppo poco sangue per usarli entrambi. Siete meschini e stupidi, lo stereotipo del cavernicolo vi calza a pennello, siete capaci di prendere una decisione e tornare indietro anche solo un giorno. Sapete farci ridere, anche prenderci per il culo e farci piangere.
Uomini, noi saremo rompipalle, ma voi siete proprio spezzacuori. E' vero, anche noi donne siamo cattive dentro e siamo brave a far soffrire la gente, ma sono di parte e attacco il vostro pene. Uomini, siete perfetti nei vostri errori, riuscite a farci innamorare quasi quanto la nutella. Ci viziate, con i baci e le carezze, il vostro "sei bellissima", e i vostri finti "Ti amo" sono banali ma conquistano. E' per questo che quando ve ne andate, ci portate via un pezzo di noi stesse.
Ma siete così adorabili, quando vi addormentate sul nostro letto, con le mani sulla faccia e metà fuori e metà dentro. Ma siete così stronzi quando ve ne andate.
martedì 18 giugno 2013
Cresci.
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Kiss me, baby
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Ma quale amore! Un amaro, grazie.
Odio i rimpianti, si fermano
sempre tra "è stato" e "sarebbe potuto essere". E' una tarla che ti fotte il cervello, si piazza lì, tra quello che ricordi e quello che volevi.
"Ubi maior, minor cessat": DOVE VI E' IL MAGGIORE, IL MINORE DECADE. E io non sono mai stata il maggiore; ero sempre il minore che non reggeva il vento e, cadendo, dava una bella grugnata per terra. Per tutta la vita, ero in grado di fidarmi, di aprirmi e, dopo, ricevere una bella fregatura stile "abbandonata al ballo".
#Io voglio una favola |
Dovrei trovarmi qualcun'altro, a volte penso. Magari qualcuno a cui piaccio, ma per cui non provo nulla. Così da stare bene e da non soffrire dopo. Ma non ci riesco, sono debole. Mi affeziono a qualsiasi cosa mi rivolga un sorriso, e poi rimango fregata. Ogni volta che qualcuno mi fa sentire speciale, ho paura che mi stai prendendo in giro, e appena riesco a fidarmi del tutto BANG, in piena faccia mi arriva un bel "Non ti amo" o un "Mi sono stufato di te". Come faccio ancora a resistere a tutto? Magari è solo l'alcool, o magari ogni volta che ricevo una brutta notizia c'è sempre qualcuno che riesce a calmarmi.
#un calcio al muro, sbatti la porta via dai mie pensieri. |
Sbaglio, lo so. Ho intorno a me persone che mi amano per quello che sono e che vogliono solo che io stia bene, ma allora perché mi sento vuota, sola? Cerco sempre qualcosa in più, qualcuno in più. Non mi entra in testa che devo accontentarmi, che quello che ho è il massimo, trovo sempre modi di rovinarmi la vita e il fegato. Mi spingo troppo, mi affaccio nelle altre vite come se fossi ad una finestra, e chissà come mai le vite degli altri sono sempre più belle, ma vi assicuro che anche quelle hanno i buchi.
Sarà che ci riempono da anni la testa con i peggiori film in circolazione; le storie d'amore più penose che riescono a rimanere in piedi nonostante ostacoli inimmaginabili, quando in verità basta trovarsi a 20km di distanza per litigare e non parlarsi mai più. Perché nei rapporti c'è bisogni di contatto, c'è bisogno degli abbracci quando si è tristi, di rubare l'attimo e baciarsi anche se non piove, perché CAZZO, QUESTA NON E' UNA FAVOLA, QUESTA E' LA REALTA'! Nessuno si vergogna di uscire dal bagno con il filo interdentale tra le dita, qui nella realtà non amiamo le persone e ci abituiamo ai difetti, amiamo i difetti e ci abituiamo alle persone.
O almeno è così, potrai essere sempre perfetta, impeccabile, ma ti mancherà sempre quel minuscolo e insignificante particolare, lui lo noterà e se si innamora quella è la prima cosa che ricorderà di te. L'amore non ha confini, bisogna aspettare. Forse fino alla più finita fine, ma non è l'attesa stessa del piacere, il piacere stesso? Fate come volete, ma io ad aspettare non ce la faccio più, e non capisco perché il tempo che passa mi faccia così male.
NON SO SE DEVO INNAMORARMI O DEVO MANGIARE, VOGLIO SENTIRMI QUALCOSA NELLO STOMACO!
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lunedì 17 giugno 2013
domenica 16 giugno 2013
sabato 15 giugno 2013
You are my Friend♥
Ciao amico mio, ciao;
questo post è tutto per te, te lo meriti veramente. Per tutto quello che fai per me, per noi. Per come mi rubi il gelato dal frigorifero così non ingrasso e non faccio storie, o per come sai tirarmi su con una smorfia troppo complicata da descrivere.
Amico mio, sei la cosa più bella che mi sia capitata. E questo blog ne è la più concreta prova. Questo blog ci ha legato, perché finalmente hai scoperto che quello pensassi ci fosse nella mia testa E' veramente nella mia testa. Quindi ringraziami per come scrivo bene e per come questi post strappalacrime ci rendano più amici che prima. Credo sia una bella soddisfazione poter aver dedicato un post scritto da me, ma sei tu il protagonista di questa magia. Caro mio, non sei perfetto, hai tutti i difetti del mondo, i più terribili e vergognosi segreti li possiedi te e non te ne vergogni. Sei odiato da mia madre, mio padre non ti vuole a casa e neanche mia sorella ti sopporta. SEI COSI' DANNATAMENTE PERFETTO, AMICO MIO.
Quando sei con me riesci a rovinarmi la giornata. Ti vesti in un modo terribile e quando siamo insieme mi vergogno di te, ma non ti cambierei mai con nessuno. E sai perché? Perché per quanti difetti tu posso avere, avrai mille pregi in più. Sai tutto di me, conosci ogni centimetro della mia pelle, le mie misure, i miei giochi preferiti e a cosa sono allergica e, nonostante questo, mi ami ancora. O ami ancora il mio frigorifero. Con te sto facendo di tutto, ti ho insegnato a bere e tu mi riempi la testa di musica demenziale che, alle quattro del mattino, comincia a piacermi al contrario dei miei vicini di casa.
Io sono il filosofo, lo scrittore, tu sei il materiale. Io penso e tu agisci, ma ci ritroviamo con il culo per terra entrambi nello stesso momento. Prendiamo fregature insieme, ci curiamo insieme e torniamo alla carica insieme. E scusa per quelle volte, in cui la rabbia e il dolore vincevano su tutto, quando la carne cedeva agli istinti e, nel mare di dolore, non riconosceva la luce amica. Scusa se ho preferito lui a te e poi sono tornato con la coda tra le gambe, ti amo ancora per come mi hai abbracciato, con ancora un po' di incazzatura in corpo, ma non sei riuscito a negarmi un abbraccio, perché sono dolce.
Ma tra i due, sei te il più dolce. Io potrò scrivere poesie e post strappalacrime, ma come vivi te le persone, non lo fa nessuno. Riempi la mia vita e quella degli altri in modo da non poter uscirne più. E sti cazzi se mi devi più quanto guadagni in una vita a causa della fame chimica che ti prende a mezzogiorno, potrai sempre prendere i miei spiccioli e io farò sempre finta di non accorgermene o di dimenticare il debito. Te lo devo, da sempre; per come ho preso in affido la tua casa, il tuo letto, il tuo pupazzo e come ti trascino a casa mia il sabato perché non ho voglia di uscire e giochiamo o ci vediamo film in streaming.
Anche se mi fai soffrire, sempre per il mio bene, io non posso più fare a meno di te. E se non fossi brutto e il mio migliore amico:
questo post è tutto per te, te lo meriti veramente. Per tutto quello che fai per me, per noi. Per come mi rubi il gelato dal frigorifero così non ingrasso e non faccio storie, o per come sai tirarmi su con una smorfia troppo complicata da descrivere.
Amico mio, sei la cosa più bella che mi sia capitata. E questo blog ne è la più concreta prova. Questo blog ci ha legato, perché finalmente hai scoperto che quello pensassi ci fosse nella mia testa E' veramente nella mia testa. Quindi ringraziami per come scrivo bene e per come questi post strappalacrime ci rendano più amici che prima. Credo sia una bella soddisfazione poter aver dedicato un post scritto da me, ma sei tu il protagonista di questa magia. Caro mio, non sei perfetto, hai tutti i difetti del mondo, i più terribili e vergognosi segreti li possiedi te e non te ne vergogni. Sei odiato da mia madre, mio padre non ti vuole a casa e neanche mia sorella ti sopporta. SEI COSI' DANNATAMENTE PERFETTO, AMICO MIO.
Quando sei con me riesci a rovinarmi la giornata. Ti vesti in un modo terribile e quando siamo insieme mi vergogno di te, ma non ti cambierei mai con nessuno. E sai perché? Perché per quanti difetti tu posso avere, avrai mille pregi in più. Sai tutto di me, conosci ogni centimetro della mia pelle, le mie misure, i miei giochi preferiti e a cosa sono allergica e, nonostante questo, mi ami ancora. O ami ancora il mio frigorifero. Con te sto facendo di tutto, ti ho insegnato a bere e tu mi riempi la testa di musica demenziale che, alle quattro del mattino, comincia a piacermi al contrario dei miei vicini di casa.
Io sono il filosofo, lo scrittore, tu sei il materiale. Io penso e tu agisci, ma ci ritroviamo con il culo per terra entrambi nello stesso momento. Prendiamo fregature insieme, ci curiamo insieme e torniamo alla carica insieme. E scusa per quelle volte, in cui la rabbia e il dolore vincevano su tutto, quando la carne cedeva agli istinti e, nel mare di dolore, non riconosceva la luce amica. Scusa se ho preferito lui a te e poi sono tornato con la coda tra le gambe, ti amo ancora per come mi hai abbracciato, con ancora un po' di incazzatura in corpo, ma non sei riuscito a negarmi un abbraccio, perché sono dolce.
Ma tra i due, sei te il più dolce. Io potrò scrivere poesie e post strappalacrime, ma come vivi te le persone, non lo fa nessuno. Riempi la mia vita e quella degli altri in modo da non poter uscirne più. E sti cazzi se mi devi più quanto guadagni in una vita a causa della fame chimica che ti prende a mezzogiorno, potrai sempre prendere i miei spiccioli e io farò sempre finta di non accorgermene o di dimenticare il debito. Te lo devo, da sempre; per come ho preso in affido la tua casa, il tuo letto, il tuo pupazzo e come ti trascino a casa mia il sabato perché non ho voglia di uscire e giochiamo o ci vediamo film in streaming.
Anche se mi fai soffrire, sempre per il mio bene, io non posso più fare a meno di te. E se non fossi brutto e il mio migliore amico:
TI INFILEREI UN ANELLO AL DITO E TI SPOSEREI!
Sii, non sembrare
Avevo racchiuso tutta la mia rabbia dentro un oggetto, sperando di poterlo nascondere e di rimanere felice almeno per un altro po' di tempo. Oggi, convinta di poter sopportare tutto, ho aperto quell'agenda. Un colpo netto sulla coscienza.
Credevo di non essere arrivata a quel punto, credevo d'aver smesso di scrivere prima e di aver evitato altri guai a quella povera agendina nera che aveva vissuto con me. Ma mi sbagliavo, come sempre. Trovavo pagine piene di aforismi, di vecchi versi di canzoni mie o dei miei cantanti preferiti. Trovavo disegni e scarabocchi e cicatrici che ormai non facevano più male. Poi ho trovato lui.
Era la pagina più rovinata, la più logorata per quante volte ero tornata a leggerla e a decorarla. Penso di odiarla anche per il tempo sprecato e buttato per realizzarla. Era un qualcosa di semplice, di essenziale, proprio cosa era lui per me, semplice ed essenziale. Era un cuoricino rosso con dentro due nomi legati da una "&". Scritti in blu, decorati e addirittura profumati. Iniziavano le pagine più tristi della mia vita. L'avevo proprio scritto "QUESTE PAGINE TE LE DEDICO TUTTE", ma quanto cazzo ero cogliona?
Non sono riuscita a sfogliare di nuovo tutte le pagine, erano tutte uguali, piene d'amore e di cuoricini, ero caduta proprio in basso in quel periodo. Avevo addirittura ricopiato alcuni nostri messaggi, alcune nostre conversazioni in chat. Canzoni, rime, sogni, era tutto in quelle pagine, nelle quali già soffrivo; sorrisi mancati, richieste pesanti, avevo vinto tutto per stare con lui, me lo avevo anche scritto più volte, incerto su cosa gli potessi rispondere: "Hai scelto me?". E ogni fottutissima volta lo sceglievo, ogni singola e fottutissima volta. Era un bivio che già avevo conosciuto e che imboccavo sempre per la strada sbagliata. Tra "salvezza" e "morte" io ho sempre scelto morte, forse perché mi faceva meno paura.
Quanta dolcezza ho sprecato per lui? Troppa, troppa, troppa. Mi sono sempre detta, però, che se mai potessi tornare indietro, riprenderei la stessa viuzza contorta e a vicolo cieco, ma adesso sto cambiando idea. Chissà cosa mi sarei dovuta aspettare se non mi fossi presentata a quella diamine di lezione, se non avessi chiesto una diamine di lavagna interattiva e se il bidello si fosse deciso di accendermela! Forse non starei così, forse non avrei mai iniziato un blog e magari non mi sentirei così a pezzi se ripenso a prima. Ma forse non avrei conosciuto l'altro. Perché dopo la fregatura, il pianto e il blog, prima o poi, arriva l'altro. Che potrà essere l'ennesimo stronzo o il perfetto amore della tua vita, ma tu non lo saprai mai, perché la sensazione di farfalle nello stomaco l'hai già avuta, e non è andata a finire bene l'ultima volta. Hai amato, hai perduto, amerai e FARA' PIU' PAURA DI PRIMA.
Non posso dare la colpa a nessuno, quell'agendina è mia, è frutto di quasi due anni di lavoro, non posso non amarla, ha passato insieme a me tutte le fregature e tutte le mie feste, abbiamo entrambe strappi, fogli strappati e accartocciati e scritte cancellate istericamente con inchiostro nero. Fra qualche tempo, quando questo blog sarà solo un ricordo lontano, sono sicura che avrò di nuovo la curiosità di aprirla e, insieme a quello che sarà il mio sostegno, la aprirò, e quella ondata di dolore e rabbia diventerà la lieve brezza dei tempi passati, a piangere e ad imparare a vivere.
GUARDARE INDIETRO CI RALLENTA SOLAMENTE
giovedì 13 giugno 2013
So cazzi.
Oscilli . E' meglio, fa male all'inizio ma il dolore si ferma la. Non aggrapparti a nulla e a nessuno, non chiedere aiuto all'alcool, alla maria, alla nutella, sono tutte cose che aggiungo al danno la beffa. E non provare neanche a fare la forte, a rimanere in piedi da sola, perché basta un po' di vento per farti veramente male.
E' dolore giusto, se ci soffri vuol dire che tu in quell'alchimia ci credevi, hai solo sbagliato ad innamorarti di uno stronzo.Le lacrime insegnano, purificano l'anima dai parassiti del cervello, ti annebbiano un po' la mente e ti fanno detestare tutto, cercano di proteggerti. Ti f
anno da scudo, ma come le cose brutte non possono entrare, neanche le belle possono metterci piede.
Piangi quanto vuoi, ma prima o poi devi smettere. Basta poco per farlo, basta poco per convincerti a dimenticare tutto, in tanti vorranno colmare quel buco, ma nessuno ci riuscirà veramente, e rimarrà lì, enorme e consumato e ti ricorderà quando la vita ti ha dato, ti ha tolto e ti ha riso in faccia. Hai il potere di andare avanti, puoi e devi; sei l'unica che può convincere se stessa ad alzarsi, aprire gli occhi e scappare dal senso di inutilità e depressione.
Non contare su nessuno, nel pozzo ci sei te e l'unica che deve avere la forza, la capacità e il coraggio di risalire devi essere te. Non puoi aspettare che qualcuno si affacci e ti tiri un salvagente, l'acqua scura e putrida ti riempirà i polmoni e non potrai più gridare.
E' dolore giusto, se ci soffri vuol dire che tu in quell'alchimia ci credevi, hai solo sbagliato ad innamorarti di uno stronzo.Le lacrime insegnano, purificano l'anima dai parassiti del cervello, ti annebbiano un po' la mente e ti fanno detestare tutto, cercano di proteggerti. Ti f
anno da scudo, ma come le cose brutte non possono entrare, neanche le belle possono metterci piede.
Piangi quanto vuoi, ma prima o poi devi smettere. Basta poco per farlo, basta poco per convincerti a dimenticare tutto, in tanti vorranno colmare quel buco, ma nessuno ci riuscirà veramente, e rimarrà lì, enorme e consumato e ti ricorderà quando la vita ti ha dato, ti ha tolto e ti ha riso in faccia. Hai il potere di andare avanti, puoi e devi; sei l'unica che può convincere se stessa ad alzarsi, aprire gli occhi e scappare dal senso di inutilità e depressione.
Non contare su nessuno, nel pozzo ci sei te e l'unica che deve avere la forza, la capacità e il coraggio di risalire devi essere te. Non puoi aspettare che qualcuno si affacci e ti tiri un salvagente, l'acqua scura e putrida ti riempirà i polmoni e non potrai più gridare.
E LI' SONO CAZZI AMARI!
martedì 11 giugno 2013
Messages
Credevo di farcela a stare bene. Credevo d'aver superato gli ostacoli e aver ricominciato a vivere, ma appena ho ripreso la mia strada sei sbucato da dietro un angolo e mi hai tirato un pungo diretto al cuore. Io che pensavo di essermi ripresa, di essermi fatta forte e decisa, mi riscopro debole e indifesa. Ancora.
Ma, invece, uno smile alla fine del messaggio mi suggestiona. Se dopo un papiro c'è un :) pronto a salvarmi la lettura, sto bene, nonostante quello che il messaggio dica. Ma anche un "Ti voglio bene" primo di espressione riesce a mandarmi nella paranoia più totale. E sai perché? Perché quello smile che mi scrivi anche solo di fretta e senza significato, è il tassello che completa la mia immagine di te, se mi sorridi nel messaggio significa che hai sorriso quando ti è arrivato il mio. E questo dovrebbe farmi bene.
Ma ormai i messaggi sono diventati così pericolosi, in poche parole riassumono un sentimento troppo grande e, il più delle volte, lo sintetizzano in maniera sbagliata. Quante volte mi sono innamorata del messaggio e non della persona? Forse troppe, e di persona altrettante volte ho sperato di tornare al primo e solo dannato messaggio del 26 marzo 2013: Ciao. MA IO MALATA CHE RICORDO ANCHE QUEL DIAVOLO DI GIORNO!?!
Non ho più il coraggio di rileggere i messaggi vecchi. Mi prende il magone e apro i rubinetti, addirittura mi scivola addosso l'anima da quanto piango. E ormai ho rinunciato a farlo. Ho rinunciato a tutto, anche a essere di nuovo felice, perché come manipolavi le mie emozioni non ci riesce più nessuno, questo mi porta a pensare che tu, cazzo proprio tu, fossi speciale, veramente tanto tanto speciale. Evidentemente non capivo un cazzo.
Ho una voglia irrefrenabile di cancellare ogni tuo gesto verso di me, ogni finto "Ti amo", ogni "Ci tengo a te", anche ogni piccolissimo e fottutissimo CIAO, BUONANOTTE e BUONGIORNO. Ma è parte di me, cancellare loro significherebbe cancellare quel buono che per due mesi mi ha tenuto lontano da droghe, alcool e cazzate, ma adesso che ci penso avrei preferito un ulcera al fegato e un enfisema polmonare che un cuore a pezzettini. Fattene una ragione, cara, lui ti ha rubato il cuore, lo ha preso senza permesso, lo ha strappato in mille pezzettini e lo ha calpestato ripetutamente, fino a trasformarlo in un purè che pompa ancora sangue e, sfortunatamente, affetto per lui.
Quando uscirò da questo tunnel infernale giuro solennemente di non innamorarmi più.
Ma, invece, uno smile alla fine del messaggio mi suggestiona. Se dopo un papiro c'è un :) pronto a salvarmi la lettura, sto bene, nonostante quello che il messaggio dica. Ma anche un "Ti voglio bene" primo di espressione riesce a mandarmi nella paranoia più totale. E sai perché? Perché quello smile che mi scrivi anche solo di fretta e senza significato, è il tassello che completa la mia immagine di te, se mi sorridi nel messaggio significa che hai sorriso quando ti è arrivato il mio. E questo dovrebbe farmi bene.
Ma ormai i messaggi sono diventati così pericolosi, in poche parole riassumono un sentimento troppo grande e, il più delle volte, lo sintetizzano in maniera sbagliata. Quante volte mi sono innamorata del messaggio e non della persona? Forse troppe, e di persona altrettante volte ho sperato di tornare al primo e solo dannato messaggio del 26 marzo 2013: Ciao. MA IO MALATA CHE RICORDO ANCHE QUEL DIAVOLO DI GIORNO!?!
Non ho più il coraggio di rileggere i messaggi vecchi. Mi prende il magone e apro i rubinetti, addirittura mi scivola addosso l'anima da quanto piango. E ormai ho rinunciato a farlo. Ho rinunciato a tutto, anche a essere di nuovo felice, perché come manipolavi le mie emozioni non ci riesce più nessuno, questo mi porta a pensare che tu, cazzo proprio tu, fossi speciale, veramente tanto tanto speciale. Evidentemente non capivo un cazzo.
Ho una voglia irrefrenabile di cancellare ogni tuo gesto verso di me, ogni finto "Ti amo", ogni "Ci tengo a te", anche ogni piccolissimo e fottutissimo CIAO, BUONANOTTE e BUONGIORNO. Ma è parte di me, cancellare loro significherebbe cancellare quel buono che per due mesi mi ha tenuto lontano da droghe, alcool e cazzate, ma adesso che ci penso avrei preferito un ulcera al fegato e un enfisema polmonare che un cuore a pezzettini. Fattene una ragione, cara, lui ti ha rubato il cuore, lo ha preso senza permesso, lo ha strappato in mille pezzettini e lo ha calpestato ripetutamente, fino a trasformarlo in un purè che pompa ancora sangue e, sfortunatamente, affetto per lui.
Quando uscirò da questo tunnel infernale giuro solennemente di non innamorarmi più.
POVERA STUPIDA, LO HAI DETTO ANCHE PRIMA DI INNAMORARTI DI LUI!
lunedì 10 giugno 2013
Una vita per una vita.
Stai bene?
No, non sto bene, non sto bene per niente, qua va tutto a rotoli! TUTTO! Credevo d'aver trovato un riparo, un sostegno, ma mi ero immaginata tutto.
Sono senza ancora, e navigo ancora da sola, senza bussola né idee, mi sento sola e smarrita. Eppure dentro non provo altro che rabbia. Non ho paura, ho solo un enorme bolla di rabbia tra la gola e lo stomaco, e non riesce a scoppiare. Sento il cuore in una scatola, lo sento battere piano e non riesco a sentirlo. Andando avanti così morirò e non me ne renderò conto.
Sto male, perché controllo diecimila volte il telefono sperando in un tuo messaggio, quando era inutile c'eri sempre, ma adesso che ho bisogno di te, che tu hai bisogno di me, scappi. Non credevo di incontrarti di nuovo, cara amica "invaghimento", ma sei di nuovo per la mia strada, e come sempre rompi il cazzo nei momenti peggiori. Eppure tu, tu, sei riuscito a tirarmi su dal mio pozzo di tristezza e adesso, che sei te a pezzi, sto di merda, perché non riesco ad aiutarti. Ti ho promesso una spalla sempre e comunque, ma non riesco a mantenere la promessa, perché dietro alla mia convinzione si cela un omino troppo piccolo per poterti sostenere. E mi dispiace per questo.
Provo a farmi forza, me lo hai detto tu, di non arrendermi e che la vita, prima o poi, diventerà migliore. Ma io, da realista convinta, non posso far altro che scrivere un nuovo post su questo maledetto Blog quando invece dovrei essere lì, ad abbracciarti e a farti forza, perché è questo quello che dovrei fare, ma sono debole, troppo debole.
E solo adesso mi rendo conto di quanto hai sofferto, di quando gli occhi diventavano lucidi quando ti chiedevo di sorridermi, di farmi uno smile. Hai fatto bene a mandarmi tutte quelle volte a fanculo, te lo concedo. Avevi ragione, come sempre. Il sorriso c'era, ma ero io che non lo coglievo, perché mi aspettavo una di quelle cose spontanee che si piazzavano sul tuo viso e lo rendevano così. . . Così mentre aspettavo un sorriso, non vedevo come piangevi dentro, come gridavi aiuto con gli occhi, cercavi un ancora, un appiglio, me.
No, non sto bene, non sto bene per niente, qua va tutto a rotoli! TUTTO! Credevo d'aver trovato un riparo, un sostegno, ma mi ero immaginata tutto.
Sono senza ancora, e navigo ancora da sola, senza bussola né idee, mi sento sola e smarrita. Eppure dentro non provo altro che rabbia. Non ho paura, ho solo un enorme bolla di rabbia tra la gola e lo stomaco, e non riesce a scoppiare. Sento il cuore in una scatola, lo sento battere piano e non riesco a sentirlo. Andando avanti così morirò e non me ne renderò conto.
Sto male, perché controllo diecimila volte il telefono sperando in un tuo messaggio, quando era inutile c'eri sempre, ma adesso che ho bisogno di te, che tu hai bisogno di me, scappi. Non credevo di incontrarti di nuovo, cara amica "invaghimento", ma sei di nuovo per la mia strada, e come sempre rompi il cazzo nei momenti peggiori. Eppure tu, tu, sei riuscito a tirarmi su dal mio pozzo di tristezza e adesso, che sei te a pezzi, sto di merda, perché non riesco ad aiutarti. Ti ho promesso una spalla sempre e comunque, ma non riesco a mantenere la promessa, perché dietro alla mia convinzione si cela un omino troppo piccolo per poterti sostenere. E mi dispiace per questo.
Provo a farmi forza, me lo hai detto tu, di non arrendermi e che la vita, prima o poi, diventerà migliore. Ma io, da realista convinta, non posso far altro che scrivere un nuovo post su questo maledetto Blog quando invece dovrei essere lì, ad abbracciarti e a farti forza, perché è questo quello che dovrei fare, ma sono debole, troppo debole.
E solo adesso mi rendo conto di quanto hai sofferto, di quando gli occhi diventavano lucidi quando ti chiedevo di sorridermi, di farmi uno smile. Hai fatto bene a mandarmi tutte quelle volte a fanculo, te lo concedo. Avevi ragione, come sempre. Il sorriso c'era, ma ero io che non lo coglievo, perché mi aspettavo una di quelle cose spontanee che si piazzavano sul tuo viso e lo rendevano così. . . Così mentre aspettavo un sorriso, non vedevo come piangevi dentro, come gridavi aiuto con gli occhi, cercavi un ancora, un appiglio, me.
MA IO ERO GIA' LONTANA.
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