Basta cazzate.

Jemi. 16 anni. Adolescente precoce che ha bruciato le tappe per rimanere fregata e intrappolata in un blog strappalacrime. Jemi è solo un soprannome, qualcosa che divide il mio mondo dal mondo che vivete voi. Non è una maschera o qualcosa di simile, ma è solo un modo per tutelarmi da guai che, nella nostra società, diventano sempre più frequenti. A volte lo nomino il mio nome, in qualche post, in qualche etichetta che non può far altro che possedere quel nome. Usatelo, non usatelo, non mi firmo con il mio nome da parecchio tempo, perché non mi rivedo più in lui, mi rivedo in Jemi. Una ragazza normale che cerca di vivere sorridendo in un mondo fatto di guerra e finta calma. Jemi, un qualcosa che non mi appartiene, che qualcuno mi ha concesso prima di sparire e segarmi in due l'anima, un tatuaggio marcato a fuoco sul mio cammino, un nome che pronunciato può migliorare o peggiorare una giornata.
Questa sono io, Jemi
Jemi e basta, niente cognomi, niente numeri, questo è un nome ufficiale, un nome introvabile nelle mie scartoffie burocratiche, ma presente nel cuore di chi amo, e di chi ho amato prima di sparire tra l'asfalto e l'alcool. Jemi, storie sporche scomparse nei diari più vecchi, nelle agende nere e nei referti medici, una vita passata tra il giusto e il sbagliato senza capire quale fosse opera propria e quale degli altri.
Jemi, piccola e dolce Jemi, che cresce da sola, senza niente di vivo, di ufficiale. Perché rimane solo questo, un nome che in pochi conoscono e che ancora meno comprendono.
Una di quelle ragazze che scrive di getto, che perde le parole mentre cammina, mentre segue il suo tragitto tra scuola e casa, mentre si perde per trovare una propria strada, diversa da quella in cui tutti la vedrebbero adatta. Jemi, forse "la strana", forse "chi è?", ma chi l'ha mai conosciuta veramente? Se ma i volessi assomigliare a qualcuno, vorrei essere lei, Jemi, quella che conoscono tutti ma che nessuno mai nomina, perché quel nome ha qualcosa di strano, quasi di magico e maligno allo stesso tempo. Nasconde tutto, un nome oscuro, che non assomiglia al suo vero nome, quasi un velo pietoso steso sul suo passato, sul suo presente, e che si appresta a nascondere il suo futuro. Ma è veramente solo questo?
Che Jemi non siano i nostri errori, le nostre notti bianche a piangere, e quelle bianche a ridere. E se non fosse che il riassunto, in una semplice parola, di tutte le lacrime e di tutte le volte che abbiamo detto "Questa è l'ultima"? Avanti, pensateci. Jemi non è nessuno, Jemi siamo noi; NOI TUTTI. Lei esiste perché siamo noi a crearla, noi a cercarla e noi a volerla. Non negate, perché a tutti almeno una volta non è riuscito un problema di Fisica e ci siamo dati alla pazzia, almeno una volta abbiamo mangiato a sfregio, solo per sentire un po' di dolce in bocca, per farci passare qualche brutto pensiero o solamente per riempirsi di qualcosa. 
Ecco, Jemi è questo. E' essere felici e tristi allo stesso tempo, desiderare un abbraccio ma avere troppa paura per chiederlo, avere fame e non mangiare per poi mangiare senza avere fame. Jemi è essere così, è quel modo di essere vivi, ma sentirsi privi e pieni di rimorsi per ogni cosa e per ogni gesto fatto o mancato. 
Jemi sono le macchie di mascara sulle guance dopo un lungo e lento pianto, ma Jemi è anche la forza di ricominciare da capo quando il mondo crolla su se stesso.

NO, MI ARRENDO, NON POSSO PIACERE A TUTTI, MI PIACCIO DA SOLA, CAZZO. 
-Jemi

6 commenti:

  1. Ma deciditi no? Prima non ti piaci poi ti piaci prima sei da sola poi no..ohhhhhh fatti una vita cazzo rialzati ad ogni caduta ,studia bene che appiglio usare e attaccatici con tutta la forza...magari un amico, un fidanzato...ma non solo sfogandoti su un blog,che per carità scrivi benissimo e mi piace seguirlo.Non fraintendere non ti voglio attaccare.

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