lunedì 10 febbraio 2014

Talmente viva

Non lo so cosa non vada in questo periodo, magari è proprio il periodo che va talmente di merda da non poter essere compensato con nulla. Sarà che mi manca un po' di spensieratezza che prima la mia testa sapeva darmi, ma adesso sento talmente tanto peso addosso che mi ritrovo con le mani in mano a sperare che qualcosa si metta apposto da sola, perché io ci ho già provato così tante volte per poi fallire rovinosamente. Aspetto qualche miracolo.

Passo buona parte della mia vita sui libri, le giornate sono scandite dalla sveglia al mattino, dalla campanella di uscita e dal suono della chat di facebook. Poi ho la playlist del mio blog, la suoneria del telefono, gli urli di mia madre, ma questi non sono altro che altri accidenti della mia stupida esistenza sul libro di matematica che mi odia e mi porta agli incubi ogni santo giorno. Eppure, nonostante tutto questo mi stia veramente rovinando la vita, devo starmene con la bocca chiusa a patirmi tutto quello che la vita ha in programma per me. Cazzo di vita di merda.



Non riesco più a combinare nulla velato di decente. Mi sento sputare in faccia troppi "no", troppi addii, sento il veleno bruciarmi la pelle, cancellarmi il sorriso e spogliarmi di tutte le buone intenzioni e del buonumore, perché quando pensi di aver toccato il fondo, il cielo ti ricorda che questo, che tutte le botte che stai prendendo, le brutte notizie che ti risucchiano, il buio intorno a te e le urla strazianti, beh, tutto questo, non è altro che l'inizio. Ti prende quella voglia di andare via. Di alzarti prima degli altri, riempire uno zaino e sc
appare più lontano possibile. Ma poi pensi a tutto il resto che potrebbe capitarti fuori da quel circolo
vizioso, ti prende la paura e il panico del momento e ti rimetti a letto, cercando di non pensarci, cercando di spegnere proprio il cervello e non pensare più a niente.

Stiamo perdendo così tante menti brillanti... Tutti quei ragazzi che preferiscono farsi guidare, farsi portare, legarsi ai polsi i fili del burattinaio e ballare sul un palcoscenico che puzza di sigaretta per qualche spicciolo, mandando affanculo tutto quel poco che resta della loro integrità, si vendono per avere un po' di pace, un po' di quiete dentro. E come si fa a giudicarli colpevoli? Come si fa a disapprovare un'antidolorifico permanente che ci addormenta i sensi e le membra, che è ingiusto ma è meglio del resto. Sarà che il dolore ci fa sentire vivi, ci da qualcosa che ci attacca alla realtà, sensazioni forti, crude, orribili, vive.

Se non segui gli altri finisci sola. Affacciata alla finestra più alta del tuo castello di carte pronto a crollare su se stesso, a guardare il cielo nuvolo, pronto a precipitare, e lì, da sola, piovi dentro.


TALMENTE ME.

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